1 novembre 2013 – L’immortalità del Sambuco

L’IMMORTALITÀ DEL SAMBUCO 

Spesso un volo accorcia la via
Esento il russare notturno dei vecchi
Fedele come un cane da guardia
E i gemiti d’amore vicini dai balconi
Vedo tutto ancora da compiere
Ancora da costruire
Il canto doloroso delle donne
Quello americano di Bobby
È da giocare il gioco dei piccoli
A nascondersi
Ad accecare la mosca
A contarsi i piedi invocando una ignota Martina
(forse straniera domatrice di uomini paesani)
Sono ancora da bagnare i nostri corpi nell’acqua della Pietra
Fatta rossa dal sole o dal contatto degli odorosi fianchi femminili
Nudi
Tutto incompleto per poter dire che ci sarà sempre un dopo
Per negare la fine
Con l’immortalità del Sambuco ricolma del flusso eterno della sorgente
E si ripetono gli abbracci e le esultanze e i pianti
E si vive e si rivive in questo luogo sperduto del mondo
Per me che vengo ora volando dalla terra del Canguro e del Koala
Dove ho trapiantato la mia stirpe
Con la speranza che il verde sconosciuto e ostile
Regali alle mie figlie e ai figli
Un vivere e rivivere uguale a questo mio.

(M. M. Iannicelli)